Ester 5:13 (NR06)
[13] «Ma tutto questo non mi soddisfa, finché vedrò quel Giudeo, Mardocheo, sedere alla porta del re».
È il desiderio di un uomo malvagio, mosso da sentimenti di onnipotenza e di odio verso chi non lo onorava abbastanza, mentre egli stesso si gloriava delle sue imprese e delle sue ricchezze. Questo uomo è Haman, l’Agaghita.
Chi è questo nemico dai sentimenti così ostili? È un discendente di Amalek, antico persecutore del popolo d’Israele, con la differenza che la volontà di questo Agaghita era di soggiogare il popolo di Dio sotto un’unica legge, fino allo sterminio totale.
La mancata sottomissione e riverenza di Mardocheo, il Giudeo, verso questo ciambellano del re Assuero veniva letta come una minaccia. Ma per Mardocheo e per il popolo ebraico era doveroso inchinarsi solo davanti al Dio d’Israele.
Ancora oggi, mentre i conflitti continuano a mandare echi di odio nel mondo, questa storia antica ci ricorda e ci assicura che il soccorso e la liberazione di Dio sono certe, e che la giustizia di Dio si eleva sopra ogni decreto umano che tenta di usurpare la libertà dell’uomo.
Si passa così dalla sorte e dalle improbabilità: anche in mezzo ai popoli pagani Dio ribalta situazioni matematicamente sfavorevoli. Una minoranza apparentemente senza speranza, come quella del popolo ebraico, viene soccorsa in tempo opportuno dal Dio eterno.
Ci ricorda come Gesù si presentò ai potenti del tempo non con lo sfarzo o l’ostentazione, né con la magnificenza del Suo regno, ma con mansuetudine e con l’appello a volgere il cuore a Dio, lasciando la giustizia nelle mani del Padre, che ha mandato Gesù quale messaggero di pace per distruggere il peccato.
Haman aveva eretto una forca per togliere la vita all’orante Mardocheo, ma le fervide preghiere di Hadassa (Ester) e la fiducia in Dio del popolo fedele portarono alla luce del sole i piani malvagi del nemico, che finì sconfitto proprio sul palo da lui preparato.
Oggi questo ci ricorda che l’atto ostile, il documento di condanna che gravava su di noi, è stato inchiodato al palo della croce da Cristo Gesù, il Salvatore, il Signore e Giudice della nostra vita. Egli ritorna: Maranathà! Sarà un giorno di festa per tutti coloro che hanno confidato nel Suo soccorso.
Dio ci benedica.
